Musica

COMPOSIZIONI

 

I brani che si presentano come trascrizioni di opere precedenti, eventualmente con modifiche o aggiunte di minima entità, vengono catalogati con il numero d’opera seguito da una lettera. Le opere che si configurano come riletture di brani precedenti con modifiche e ampliamenti di maggiore portata vengono catalogate con il titolo seguito da un numero romano. Le opere che traggono spunto da brani precedenti ma sono state notevolmente ampliate, rilette e modificate, oppure li inglobano, o ancora traggono origine solo da alcuni elementi, hanno un nuovo titolo.  

 

77. The Unanswered Prayer

Per vibrafono

Anno di composizione: 2024

Durata: 8’

In una atmosfera sempre sospesa, ora più leggera ora più tesa, il brano vuole ricordare il suono di un grande carillon che manda suoni cupi, ripetitivi, cristallini ma allo stesso tempo un poco spaventosi. Vuole sembrare anche l’ingenua e terrorizzata preghiera di una umanità in attesa di una risposta alle proprie invocazioni. Ma dal cielo arrivano solo echi, voci distorte e subito vaporizzate. A tanta umana speranza risponde il cosmo con i suoi suoni e le sue forme senza un vero contenuto, meri riflessi dei nostri desideri: come le nuvole quando vediamo in esse figure familiari. E tutto si spegne in rintocco continuo che sembra aver perso ogni speranza. Il materiale musicale deriva dalla seconda parte del mio brano per carillon (da intendersi come torre campanaria) To the silent universe scritto nel 2022.

 

76. The Crazy Carillon

Per marimba (4 ottave) a 4 mani

Anno di composizione: 2024

Durata: 6’

Questo brano vorrebbe suggerire l’immagine di un carillon che, impazzito, continua a sbandare e vacillare, fra arresti e improvvise accelerazioni del tempo, spostamenti imprevisti dell’armonia, momenti di “loop”. Il materiale musicale deriva dalla prima parte del mio brano per carillon (da intendersi in questo caso come torre campanaria) To the silent universe scritto nel 2022.

 

75. Medusa

Per sax baritono

Anno di composizione: 2024

Durata: 4’

Il 18 luglio 1816, nel mare al largo della Mauritania, il brigantino Argus avvista un relitto alla deriva. Ciò che appare, avvicinandosi, è una visione orrenda: i corpi sfiniti e consunti di quindici uomini ostaggio delle onde, della fame e della sete, aggrappati alle assi di legno, ammassati gli uni sugli altri. Tredici giorni prima la nave francese Medusa si era arenata nelle sabbie africane d’Arguin. Quando fu chiaro che non sarebbe stato possibile disincagliarla i passeggeri abbandonarono la nave a bordo di sei scialuppe ma 147 persone “eccedenti” vennero dirottate su una zattera di fortuna, lunga 20 metri e larga 7, che inizialmente fu trainata dalle scialuppe ma poi, quando per il peso iniziò ad affondare, venne lasciata alla sua sorte. Solo quindici naufraghi, come già detto, erano ancora vivi quando la zattera venne avvistata. La notizia fece scandalo, ci si chiese come i naufraghi fossero riusciti a sopravvivere ed emerse una terribile storia di sofferenza, soprusi, violenza, suicidi, risse, persino cannibalismo, nonché di comandanti messi al vertice chissà come e capaci di governare solo la frusta e fare vuoti discorsi. Appare fin troppo ovvio, ricordando questa storia e guardando il famoso dipinto La Zattera della Medusa di Théodore Géricault (1818-19) oggi al Louvre, andare con la mente alle continue “tragedie del mare” di cui si sente parlare oggi, come se il tempo non fosse passato e la civiltà non si fosse minimamente evoluta (certe fotografie di corpi morti riversi sulla spiaggia sono la moderna incarnazione di tanti quadri che hanno eternizzato il dolore e la violenza). Le storie di bambini, donne e uomini innocenti che muoiono in mare perché fuggono da realtà terribili e si trovano in mano a scafisti senza scrupoli, pagando anche l’incapagità degli Stati che si ritengono civili di affrontarte efficacemente questa emergenza, sono una vergogna incancellabile.

Il bano  stato composto in occasione della call Scrivere per la strage silenziosa del Mediterraneo lanciata da SIMC.

 

74. Vertigo

Per quartetto d’archi

Anno di composizione: 2024

Durata: 6’

Vertigo è una elaborazione di Le Vertigo di Pancrace Royer (1703-1755), piccolo pezzo clavicembalistico contenuto nel suo Pièces de Clavecin – Premier Livre pubblicato a Parigi nel 1746. Ho scelto questo brano perché, in quella che potrei chiamare la sua ingenuità, racchiude - se non il meglio, come è ovvio – parte dello spirito più autentico della musica composta in quel periodo da tanti onesti musicisti che facevano con artigiana perizia il proprio mestiere. Il brano originale è interamente presente nella mia trascrizione per quartetto d’archi: non una nota è stata omessa o spostata, e costituisce lo “scheletro” di questa nuova versione. Io ho qua e là raddoppiato alcune voci e distribuito i passaggi delle due mani fra più strumenti per poi, con l’intento di colorare il tutto senza però saturare lo spazio (e anzi preservando quel tanto di esile e sospeso nel vuoto che caratterizza l’originale), sottolineare alcuni passaggi con armonici, tremoli o glissando. L’intenzione è stata quella di rendere il tutto più colorato, vario e a suo modo più irreale, senza aggiungere materiale estraneo ma amplificando ciò che si potrebbe considerare già potenzialmente presente nella partitura originale. Il brano si presenta come un ottimo bis, leggero e divertente.

 

73. Lost in Arkham

· A Walk to Dunwich

· On the Miskatonic Riverside

· At the Mountains of Madness

Per violoncello

Anno di composizione: 2024

Durata:4’30’’ + 4’ + 4’

Lost in Arkham rende omaggio, nei titoli, allo scrittore H. P. Lovecraft: Arkham è la città immaginaria del Massachusetts spesso citata nei suoi racconti, sede della Miskatonic University (dal nome del misterioso fiume che scorre lì vicino, lungo il quale si trovano antichi altari e isolotti dove il diavolo compie i suoi rituali). Il primo episodio A Walk to Dunwich cita un’altra località immaginaria creata dall’autore, vicina a Arkham e anch’essa teatro di avvenimenti misteriosi e azioni orrende compiute da orribili creature. Nel brano ci si aggira in un luogo inospitale osservando fenomeni inspiegabili. Il secondo episodio On the Miskatonic Riverside si sposta verso atmosfere rarefatte, spettrali e inquietanti: scorrendo come le acque fangose e piene di pericoli del fiume il viaggiatore perso in questo grande incubo attraversa un momento di fragile tranquillità popolata di pericoli annunciati. L’ultimo brano At the Mountains of Madness, che adotta fedelmente il titolo di un romanzo lovecraftiano (il quale parte da una spedizione in Antartide organizzata proprio dalla Miskatonic University), riprende brevemente alcune idee che avevano già circolato negli episodi precedenti sviluppando il discorso in modo ancora più allucinato per poi intraprendere una faticosa quanto violenta scalata verso un finale nel quale si assiste a una dissipazione del tutto.

 

72. Cadenze per il Concerto per corno e orchestra n. 4 (KV 495) di W. A. Mozart

Per Corno

Anno di composizione: 2024

Durate: 2’ (I tempo) e 1’ (III tempo)    

 

71. Cadenze per il Concerto per corno e orchestra n. 3 (KV 447) di W. A. Mozart

Per Corno

Anno di composizione: 2024

Durate: 2’ (I tempo) e 1’ (III tempo)

 

70. Invocation, Intermezzo and Dance

Per tuba

Anno di composizione: 2024

Durata: 7’

Invocation, Intermezzo and Dance è una suite in tre movimenti che, dedicata alla tuba sola, vuole contrastare l’immagine che solitamente si ha di questo strumento. Il brano vuole arricchire la letteratura per questo strumento sfruttandone l’agilità e la versatilità (pur in assenza, per una volta, di tecniche estese), e proporre pagine nelle quali l’esecutore in concerto ma anche lo studente di buon livello può dare prova di abilità sia tecnica sia espressiva. Invocation è un episodio che, percorrendo l’intera estensione dello strumento, si dipana in maniera molto inquieta con ritmi sempre diversi e forti contrasti, proponendo alcuni materiali che verranno riproposti ed elaborati negli altri. Intermezzo è una sorta di marcia aforistica, da subito sempre più asimmetrica e ben presto in dissoluzione. Dance è, come il titolo suggerisce, un movimento di danza anch’esso pian piano sempre più asimmetrico e sofferto, ma non senza momenti di esaltazione e gioiosi.

 

69.

Pixels (Three Haiku for Women’s Choir)

Per coro femminile

Testo: Simone Pansolin (trad. inglese di Jim Kacian)

Anno di composizione: 2024

Dedicato a Silvia Derchi e al coro Il Concerto delle Dame Genovesi

Durata: 8’

Pixels si compone di tre brevi ma impegnativi brani per coro femminile che mettono in musica altrettanti haiku selezionati dall’omonima raccolta  del poeta e musicista Simone Pansolin, qui utilizzati nella traduzione inglese di Jim Kacian. I tre testi sono stati scelti perché evocano atmosfere sognanti ma anche momenti di tensione: un «arcobaleno» si riflette «nello specchio grigio» ed evoca «fiori d’inconscio»; dolorosi «sogni infranti» si contrappongono alla luna e a «una nuvola trasparente»; una «stella cadente» è sì un «desiderio», ma anche una terribile «pugnalata al nero». La musica si muove continuamente fra momenti più inquieti e dissonanti e altri più sereni, proponendo in stretta aderenza al testo percorsi brevi ma sempre molto tesi.

  

68. Dentro immobili clessidre

Per chitarra

Anno di composizione: 2023

Durata: 8’

 Prima esecuzione: Civico Istituto Musicale Brera, Novara, 16 marzo 2024; Chitarra: Marco Calzaducca

 VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=gMQEANaCocs

Questo brano rielabora alcuni materiali di un precedente brano per ukulele scritto nel 2021 e intitolato Fra le sabbie del tempo, che prendono nuove strade e interagiscono con materiali completamente nuovi. In un clima generalmente meditativo, scandito da battiti più o o meno regolari e dal ritorno di alcuni gesti ben identificabili, si dipana un discorso sempre più accidentato, condannato ad essere sempre più violentemente interrotto da nuovi gesti al limite del rumore e a tornare su se stesso non senza accusare la fatica di questi continui e vani tentativi di avanzamento.

 

67. Fluids’ Vibrations

Per sax baritono e violoncello

Anno di composizione: 2023

Dedicato al Duo “Tubi & Corde” (Marco Bonetti e Guido Boselli)

Durata: 6’30’’

L’interessante combinazione di due strumenti come il Sax baritono e il Violoncello, diversi per caratteristiche fisiche e modalità di emissione ma per certi versi molto simili per carattere, mi ha portato a pensare un brano che utilizza il duo ora come una sorta di iper-strumento, ora come una coppia formata da due individui in feroce e irrisolvibile lotta. Lungo le pagine vengono tentati slanci, momenti meditativi, episodi concordanti, rielaborazioni di elementi proposti dall’uso e ripresi dall’altro, inscenando una drammaturgia varia ma tenuta insieme da un codice genetico composto da due accordi-chiave e dall’insistenza su due note, elementi che tornano ora uguali ora variati dall’inizio alla fine e dai quali scaturisce l’intero percorso. Entrambi gli strumenti esplorano lungo il brano la propria intera estensione come a cercare disperatamente i mezzi per esprimere se stessi e trovare una intesa, regolarmente frustrata e ridotta a sempre nuovi gridi e borbottii durante i quali sax e violoncello sembrano andare insieme ma denunciano allo stesso tempo la loro insanabile frattura.    

 

64-65-66. Turner’s Clouds I-II-III

Per flauto basso, flauto e ottavino

Anno di composizione: 2023

Dedicati a Laura Bersani

Durata: I: 6’; II: 5’; III: 5’30’’

I tre brani che condividono il titolo Turner’s Clouds, e utilizzano rispettivamente le tre diverse voci di flauto basso, flauto e ottavino, elaborano – senza alcuna intenzione descrittiva - alcune suggestioni ricavate da tre opere di ambientazione marina di William Turner. In questa sequenza di tele si inizia immersi in una profonda oscurità con la luna che fa capolino fra nuvole nere protese come tentacoli (Pescatori in mare, 1796); si procede attraversando un forte contrasto fra una nave di un nero solenne come il fumo che si sprigiona da essa, una luce rosso-fuoco che taglia l’immagine e i freddi toni bianchi e grigio-azzurri usati per l’acqua e il cielo che si riflettono l’uno nell’altra (Pace. Esequie in mare, 1842); infine si approda al trionfo della luce, sfarzosa quanto malinconica in una esplosione di rosso e arancio, che tuttavia già annuncia un nuovo tramonto (La valorosa “Téméraire” trainata all’ultimo ancoraggio per essere demolita, 1839). I tre pezzi che compongono Turner’s Clouds sono strettamente correlati fra loro, sono pensati come parti di un’opera unitaria e se ne raccomanda l’esecuzione integrale; tuttavia possono essere anche eseguiti singolarmente.  

 

63. Postcard from Providence

Per viola

Anno di composizione: 2023

Durata: 5’    

Un brano piuttosto breve ma molto inquieto, nel quale la viola si fa portavoce di strani messaggi apparentemente provenienti da Providence (Rhode Island), la città dello scrittore H.P. Lovecraft che ci ha aperto uno spiraglio su fatti terribili, forze oscure che si agitano o aspettano con infinita e immonda pazienza il momento di tornare, architetture ciclopiche dalla geometria non euclidea, culti agghiaccianti, orrori al di là della parola.

 

62. Blue Stone II

Per saxofono soprano

Anno di composizione: 2023

Durata: 6’

Il brano si presenta come una rilettura e un ampliamento del brano Blue Stone scritto per il “glissotar”, o “glissotonic tárogató”, uno strumento a fiato di recente invenzione. Questo nuovo brano abbandona i passaggi che nel precedente brano si basavano sulla caratteristica peculiare dello strumento, ossia la possiblità di realizzare lunghi glissando in tutta l’estensione, ed aggiunge nuovi sviluppi del materiale di base adattandosi alle caratteristiche tecniche e timbriche del saxofono soprano.    

 

61. Agnus Dei

Per coro e organo

Anno di composizione: 2023

Durata: 13’

Il brano, di impianto tradizionale, si fonda su una coralità piuttosto varia (ora compatta ora polifonica, con episodi parlati) e su un organo che si ritaglia il ruolo talvolta di docile accompagnatore, talaltra di mostro che si ribella e scatena la sua energia con poderosi andamenti accordali, intricate melodie e grandi cluster. Senza che venga mai meno il pathos della preghiera il brano propone una serie di atmosfere diverse e di grande impatto emotivo.    

 

60. Blue Stone

Per Glissotar (glissotonic tárogató)

Anno di composizione: 2023

Dedicato a Dániel Váczi

Durata: 6’

Prima esecuzione: National Opera Center, New York City, 16 settembre 2023 (Récital “WorldWinds” organizzato da New York Composers Circle); glissotar: Étienne Rolin

 VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=zE3bP7vRWuc

Blue Stone è scritto per uno strumento di recente invenzione: il “glissotonic tárogató” (chiamato anche “glissotar”). È uno strumento che deriva dal tárogató, uno strumento a fiato tradizionale utilizzato nella musica ungherese, al quale è stata posta una fessura longitudinale sul tubo al posto dei fori. I due lati dell'asola sono ricoperti da una lamina magnetica che attrae verso l'alto un nastro magnetizzato, e il nastro è fissato all'estremità superiore, teso e sollevato all'estremità inferiore come una corda di violino. È possibile produrre qualsiasi nota dell’estensione ma è anche possibile eseguire qualsiasi tipo di glissando tra ampie porzioni dell'estensione stessa. Blue Stone è dedicato a Dániel Váczi, musicista e inventore dello strumento, e vuole sfruttare appieno le risorse peculiari dello strumento ma anche valorizzare la sua voce costeggiando sia i territori della musica etnica sia quelli della musica contemporanea, strizzando l'occhio anche a quelli della musica blues (in omaggio a una parte importante dell'attività del musicista a cui è dedicato).    

 

59. Silence is all we dread

Per soprano solo e 6 bicchieri (o crotali)

Testo: Emily Dickinson

Anno di composizione: 2023

Dedicato a Keri Lee Pierson

Durata: 1’

La breve poesia di Emily Dickinson parla del silenzio come assenza duratura e straziante, attesa, forse eterna minaccia. La voce può essere consolazione e redenzione ma il vuoto, senza volto, continua ad osservarci. In un’atmosfera alienata e desolata la voce canta il suo tentativo di uscita dal silenzio, che però la fagocita.    

 

58. Meditation on the wind

Per Taishogoto

Anno di composizione: 2023

Dedicato a David Bohn

Durata: 1’30''

 VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=pnKm--aRCvY

Il suono del Taishogoto evoca la meditazione e qualcosa di antico e lontanissimo. Senza intenti banalmente imitativi che guardano a Oriente il pezzo (un piccolo esperimento che vuole esplorare le possibilità dello strumento) vuole essere una breve meditazione incentrata sul vento, sul respiro e dunque su qualcosa di atavico, e passeggia lungo i “modi” della musica antica occidentale fino a un momento di crisi subito superato, a una possibile conciliazione e a una dissoluzione finale, che potrebbe essere una sublimazione. Il brano è stato scritto per partecipare alla Call “Fifteen Minutes of Fame” (organizzata da “Vox Novus”, New York), che prevedeva brani della durata di un minuto per questo strumento, ed è dedicato al polistrumentista David Bohn.    

 

57. Spin

Per oboe

Anno di composizione: 2023

Dedicato a Ava Wirth

Durata: 1’

Con “spin” (in questa sede ci verrà perdonata la semplificazione) si intende in fisica la rotazione, il “momento angolare” delle particelle elementari. Usando questa semplice suggestione, la prima battuta (l’elemento minimo ma costituente) propone un sistema di altezze e intervalli che nel resto della musica continuano a ruotare, moltiplicarsi e dividersi, come un frammento che origina il tutto.

 

56. Chained Voices

Per 2 viole

Anno di composizione: 2023 (rev. 2024)

Dedicato a Tall? Rouge (Aria Cheregosha and Lauren Spaulding)

Durata: 7’

“Chained voices” è il dialogo fra due voci legate fra loro da un profondo desiderio. Le voci diventano una, sfaccettata, ricca e vitale anche se piena di contrasti interni. Tre volte cercano di separarsi, ma una forza più grande le lega fino a quando, nel finale, lo sforzo porta a una dissoluzione.    

 

55. Pulsar

Per vibrafono

Anno di composizione: 2023

Durata: 7’

 Prima esecuzione: Civico Istituto Musicale Brera, Novara, 11 marzo 2023; vibrafono: Alberto Fiorindi

 VIDEO: https://youtu.be/2gGgBE-GwBY

Pur evitando banali atteggiamenti didascalici, il brano Pulsar trae spunto dall’osservazione dell’universo, mescolata ad alcune suggestioni più simboliche e puramente visive. La rappresentazione dell’universo così come ce la restituiscono satelliti e computer è un immenso spazio denso di materia che sfreccia o ruota, luci e colori, un campo di energie che si intrecciano, di moti più o meno regolari, di immobile gelo e di immani esplosioni e implosioni. Il brano immagina un essere umano che idealmente alza gli occhi al cielo e riesce a osservare parte di questo affresco in perenne movimento. Da subito il suo sguardo è catturato da insondabili profondità e materia in rapidissima corsa, improvvisi momenti di stasi, situazioni di regolarità e irregolarità, urti, deragliamenti, e immagina suoni arcani. Il tempo rallenta e accelera, e il tutto viene tenuto insieme da fili invisibili: le forze che reggono l’universo si tramutano qui nelle relazioni interne a due accordi-matrice ascoltati all’inizio (una sorta di Big-Bang in miniatura?) dalle cui relazioni interne si sviluppa tutto il resto. Nella seconda parte lo sguardo si posa su una Pulsar, ossia una stella di neutroni caratterizzata da impulsi emessi a intervalli estremamente regolari, talvolta associata a un faro a causa della rotazione e della radiazione “a coni ristretti”. La musica cambia totalmente forma e si regge sulla percussione quasi costante di una singola nota, attorno alla quale avvengono moti più o meno fluidi e piccoli crolli che generano conseguenze (dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande: il clinamen!). Si registrano interruzioni quando lo sguardo è attratto da altre luci e altri fenomeni, e non manca, improvviso, in qualche regione dell’immensità che stiamo osservando, qualche cataclisma.  Nella terza parte l’occhio si riprende dopo la casuale osservazione del violento fenomeno e si abbandona nuovamente al fascino del grande affresco cosmico, naufragando dolcemente in quell’infinito mare.

Pulsar è risultato vincitore del Primo Premio Assoluto al concorso “Aforismi” organizzato da Associazione “Ex_Novo” (Italia), edizione 2023.     

 

54. A Roman Peal of Bells

Per carillon (4 ottave e ¾, adattabile a strumenti di 4 ottave)

Anno di composizione: 2022

Dedicato a Jeffrey Bossin

Durata: 9’

 Prima esecuzione: 3 settembre 2023, Carillon del Berlin-Tiergarten (Berlino); carillonneur: Jeffrey Bossin

 Pubblicato in: http://www.carillon-berlin.de/compositions.html

 VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=h4EyDcBfABI

Questo brano è un adattamento per carillon (ossia torre campanaria) del brano per campane tubolari A Peal of Bells. Il brano originale è stato rivisto sfruttando le potenzialità del nuovo strumento soprattutto in termini di estensione, possibilità di diverse soluzioni armoniche e diversa propagazione del suono. Come nel brano da cui prende origine, A Roman Peal of Bells a partire da una citazione iniziale (il motivo che Puccini utilizza in Tosca per dare l'avvio al Te Deum; più avanti comparirà anche l'immancabile Dies Irae gregoriano e verranno evocati alcuni vocaboli della tradizione campanara ortodossa) si sviluppa un discorso armonicamente e melodicamente ricco e suggestivo.

 

53. Dancing Toys

·         Jammed Ballerina

·         War Dance

Per ottavino, flauto basso (un esecutore) e Toy Piano (3 ottave)

Anno di composizione: 2022

Durata: 5’ + 4’

Questo dittico si ispira al mondo dei giocattoli e dei bambini di una volta. Il tema ovviamente nasce dall’incontro con il Toy Piano e il suo timbro particolare, il quale però viene trattato molto seriamente come strumento spinto verso le sue maggiori possibilità. Il primo brano, destinato all’ottavino, mette in scena una scatola musicale, di quelle con la classica ballerina che gira su se stessa, che propone una musica sbilenca per poi iniziare a incepparsi, bloccarsi, faticosamente riprendere il suo faticoso e ritornante giro musicale, fino a esaurire la carica. Il secondo brano, destinato al flauto basso, mette in scena invece un gioco alla guerra: l’allarme, l’arrivo dei soldatini e dei cavallini (sempre con un ritmo di marcia un po’ sbilenco), quello dei carri armati, la battaglia e la conclusione delle ostilità.    

 

52. A Blink

Per violoncello

Anno di composizione: 2022

Dedicato a František Brikcius

Durata: 1’

La vita dell'umanità è stata “un battito di ciglia” in quella dell'universo. Allo stesso modo, “in un batter d'occhio”, nella vita degli uomini possono succedere cose che li sconvolgono. Nel pezzo alcuni episodi si susseguono come eventi di una vita: sempre diversi ma sempre accomunati da qualcosa in comune.

 

51. To the Silent Universe

Per carillon (4 ottave)

Anno di composizione: 2022

Durata: 9’

Questo brano originale per carillon, pensato per uno strumento dall’estensione di 4 ottave che ne permette l’esecuzione sulla maggior parte degli strumenti esistenti in Europa e Stati Uniti, si divide in due parti. La prima, intitolata Voices and chants rise to the sky, dopo una serie di arpeggi ascendenti e accordi più statici dà vita a una serie di perorazioni basate su ossessivi rintocchi della pedaliera e rapide figure ascendenti, energiche seppur a volte colte da improvvisa involuzione, il tutto sempre più sottoposto a irregolarità ritmiche e vere e proprie frammentazioni. La seconda parte, intitolata The sky responds with silent clouds, mette in scena una umanità in attesa mentre dal cielo arrivano echi delle precedenti invocazioni distorte e vaporizzate, apparenti risposte che si sfaldano in figure che si dissolvono. A tanta umana speranza risponde il cosmo con il suo silenzio, le sue forme senza un vero e palese contenuto, meri riflessi dei nostri desideri come le nuvole quando vediamo in esse figure familiari. Nel brano vengono utilizzate tutte le risorse espressive e l’intera estensione del carillon. 

 

50. Tellus

Per hichiriki, clarinetto in sib e “fixed media” (un esecutore)

Anno di composizione: 2022

Dedicato a: Thomas Piercy

Durata: 11’

 VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=idT8CcSdfYI

Tellus trae origine dal mio precedente brano Yomi, scritto nel 2021 per Thomas Piercy, clarinettista e suonatore dell'antico strumento giapponese hichiriki. Thomas ha eseguito e registrato quel piccolo pezzo alcune volte, nato nell'ambito di una richiesta di brevissimi brani, quindi quando ho pensato di dedicargli un nuovo brano, questa volta per il clarinetto, mi è sembrato giusto partire da quello piccola musica di una pagina. Yomi è la parola giapponese per la terra dei morti: secondo la mitologia shintoista raccontata in Kojiki (una prima cronaca di miti, leggende, canzoni) è il luogo oscuro dove i morti vanno nell'aldilà, per sempre. Come creare un ponte tra Oriente e Occidente la partitura si basa sulle note che compaiono nella parola “Ade” (il nome del regno delle anime nella mitologia greca e romana), La(A)-Re(D)-Mi(E), e su una scala pentatonica giapponese chiamata “Yo Scale”: Sol-La-Do-Re-Mi. Tellus deve il suo titolo alla parola latina che significa “Terra” e, oltre a lanciare un nuovo ponte tra Oriente e Occidente, suggerisce un dialogo tra il nostro mondo e l'Aldilà, e richiama anche la leggenda secondo cui il suono di hichiriki è particolarmente vicino alle persone che vivono vicino alla Terra e alle sue voci.La prima parte prevede (possibilmente) l'esibizione dal vivo di Yomi; nella seconda parte l'esecutore prende il clarinetto ed esegue una rilettura del brano che fa germogliare in vari modi i tasselli che compongono il brano originale; nella terza parte del brano viene diffuso in sala l'originale Yomi mentre il clarinetto, dal vivo, commenta il suo ritorno con interventi sempre più frammentati e suoni sempre più astratti.

E’ possibile eseguire anche la sola parte per clarinetto, omettendo la prima e la terza sezione della partitura.

 

49. My Frozen Desires

Per violino e pianoforte

Anno di composizione: 2022

Durata: 6’

Nella prima parte i due strumenti si intrecciano in un tentativo di canto nostalgico continuamente frustrato da cadute, stanchi glissando, gesti inquieti e inquietanti. Nella seconda parte il dialogo si fa improvvisamente più serrato e nervoso, dando spazio anche a gestualità autenticamente violente e all’esplorazione di sonorità gravissime e acutissime di ambedue gli strumenti, e procede compatto sulla scorta di alcuni gesti ricorrenti come la figura di mordente, fugaci imitazioni e intervalli come quello, perticolarmente evidente, di tritono. Nella terza parte si recuperano le sonorità iniziali, ma l’esperienza precedente ha distrutto ogni possibilità di autentico dialogo tanto che la riproposta della situazione iniziale appare frantumata, slabbrata, irrimediabilmente condannata a un esito di puro rumore.    

 

48. Fibonacci Song

Per ukulele

Anno di composizione: 2022

Dedicato a: Giovanni Albini

Durata: 5’

Fibonacci Song, in omaggio alla passione per la matematica del dedicatario Giovanni Albini, trae spunto dalla “Serie di Fibonacci”: nella quasi totalità del brano, infatti, i rapporti intervallari, le durate e la gestione delle battute è basata su tale serie numerica. Qua e là, come fosse un guizzo, emerge una piccola libertà, la struttura ha un piccolo smottamento che si propaga, ma sono le eccezioni che confermano la regola (o, se si vuole, il clinamen epicureo insito nella natura). Il brano tenta un canto continuamente sottoposto a frantumazioni, slittamenti e interruzioni, mentre vengono esplorate diverse sonorità non tipiche dello strumento e una preponderante dimensione accordale.  

 

47. Abgrund

Per banda

Anno di composizione: 2020 (rev. 2022)

Dedicato a: Lorenzo Della Fonte

Durata: 3’30’’

 Prima esecuzione: 20 luglio 2023, Ripatransone; Giovanile Orchestra di Fiati, dir. Paola Convertino

 VIDEO: https://youtu.be/QdUaTHpz5cA

 Edizioni Mulph, Nepi (VT) 2022

La musica occupa una posizione centrale nella riflessione del filosofo Friedrich Nietzsche, il quale studiò anche il pianoforte e compose alcuni piccoli brani. Nel 1871 compose una breve pagina pianistica intitolata Fragmente an sich (forse il titolo allude ironicamente a Kant e alla “cosa in sé”: “Ding an sich”), al termine della quale, senza che lo spartito si chiuda, c’è l’indicazione in italiano “Da capo con malinconia”. E in effetti il frammento, pur senza essere una vera e propria forma ciclica, può essere eseguito senza soluzione di continuità, con un senso di eterno ritorno davvero intriso di malinconia. Abgrund, in tedesco “abisso”, deriva il titolo dall’aforisma del filosofo “Wenn du lange in einen Abgrund blickst, blickt der Abgrund auch in dich hinein” (“Se guardi a lungo nell'abisso, l'abisso poi guarderà dentro di te”). Il brano utilizza il frammento pianistico originale, che viene proposto due volte con due diverse orchestrazioni, immergendolo in un’atmosfera nebbiosa, cupa, priva di punti di riferimento, come a preannunciare la follia che colpirà la mente dell’autore. Il frammento originale emerge, ora completo ora a sua volta frammentato, ma il tutto diventa sempre più nebuloso, persino dolente, mentre l’idea originale di non-finito si fa generale dissoluzione.   

 

46. Vicus Julii

Per banda

Anno di composizione: 2022

Dedicato a: Irene Guerra

Durata: 3’

 Prima esecuzione: 26 giugno 2022, Parco di Villa Boromeo, Viggiù; Corpo Musicale "G. Puccini", dir. Irene Guerra

 Edizioni Mulph, Nepi (VT) 2022

La marcia Vicus Julii, che deriva il titolo dall'antico nome di Viggiù, è stata composta in occasione del 200° anniversario della fondazione della Filarmonica “Giacomo Puccini”. Il primo tema prende spunto, pur senza citarla in alcun modo diretto, dalla nota canzone I pompieri di Viggiù. Il tema del trio trae le prime sei note da una dedica musicale (a sua volta tratta da Bohème) che Puccini scrisse nel 1921 sul registro di un albergo della città.  

 

45. Unanswered Call

Per Double-bell trumpet

Anno di composizione: 2022

Durata: 6’30’’

Il brano è stato scritto per un progetto del trombettista americano Connor Johnson mirato a diffondere la conoscenza e indagare le possibilità di un nuovo strumento: la tromba a doppia campana. Lo strumento, oltre al consueto apparato, possiede appunto due campane regolabili che possono essere alternate rapidamente grazie a un apposito meccanismo, e un ulteriore meccanismo che permette l’esecuzione di quarti di tono sull’intera estensione.

Il pezzo mette in scena il dialogo fra due diverse identità che si fondono e si disgiungono. La campana con sordina e quella senza, dello stesso strumento, incarnano due diverse entità/identità radicalmente diverse eppure gemelle. La voce di quella aperta è marziale, chiara, netta, perentoria, piena di domande. La voce di quella con sordina è lontana, apparentemente fuori dal tempo, ultraterrena. Nella prima parte del pezzo, intitolata Call I, il primo personaggio (la campana aperta) lancia dei richiami sempre più insistenti mentre il secondo (la campana con sordina) risponde a volte in maniera evasiva, a volte con uno stravolgimento del discorso dell’altra, a volte con uno sberleffo o un puro rumore. Nella seconda parte, intitolata The impossible dialogue, i due tentano appunto di dialogare ma lo scambio di battute di perde in un tessuto che si disgrega e si dissolve. Nella terza parte, intitolata Call II – Desperation in the mirror, il meccanismo di richiami e risposte della prima parte viene riproposto ma il tutto si fa ancora più disperato, violento, e la consapevolezza che il protagonista sta portando avanti un dialogo inutile e impossibile con un sé disgregato si fa pura disperazione.

 

44. A New Gravity

Per quartetto di saxofoni

Anno di composizione: 2021-2022

Dedicato a: Giorgio Colombo Taccani

Durata: 5’30’’

A New Gravity è una rilettura, con profonde mutazioni e molto materiale nuovo, del precedente brano Gravity, composto per violoncello e contrabbasso. Simile nell’impianto generale, con i suoi momenti dialogici, gli episodi di una ieraticità quasi immobile e le parentesi di furiosa baruffa, cambia (oltre che per la presenza, come detto, di molto materiale nuovo) nell’aspetto timbrico che naturalmente è mutato per adattarlo alle possibilità del nuovo organico.

 

43. A Portable Storm

Per arpa

Anno di composizione: 2022

Dedicato a: Danielle Kuntz

Durata: 1’

 Prima esecuzione: 12 marzo 2022, Ann Arbor (Michigan); arpa: Danielle Kuntz

 VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=y_-de1Z55cw

Il brano è stato scritto per partecipare alla Call “Fifteen Minutes of Fame” (organizzata da “Vox Novus”, New York), che prevedeva brani della durata di un minuto per arpa. A Portable Storm, che nel titolo parla di una tempesta “portatile” o se vogliamo “tascabile”, racconta in pochi secondi, appunto, l'arrivo di una tempesta. Inizialmente ci sono misteriose raffiche di vento sempre più violente e tuoni improvvisi. Al centro si trova un'illusione di calma, anche se dirturbata da strani suoni e forse dei tentativi di fare un discorso o di iniziare un canto. Tutto viene interrotto dal ritorno delle forze della natura, che ricominciano a gonfiarsi ma vengono immediatamente messe a tacere con un semplice gesto: come si dice in italiano “Una tempesta in un bicchier d’acqua”, ossia, come scrive Shakespeare, “Molto rumore per nulla” (“Much Ado About Nothig”). Il brano risulta piuttosto impegnativo per l’esecutore che, in un solo minuto, deve esibirsi in molti cambi di pedale, organizzare un repertorio espressivo mutevole e anche padroneggiare diverse tecniche estese.  

 

42. Dichotomy

Per due flauti

Anno di composizione: 2022

Durata: 5’30''

 Edizioni Sconfinarte, Milano 2023

 Prima esecuzione: Novara, 12 marzo 2022 (flauti: Benedetta Ballardini e Sara Ansaldi)

 VIDEO: https://youtu.be/ndL2yFXYJbM

Dichotomy mette in scena il dialogo impossibile fra due personaggi. In origine identici, come lo sono i due flauti, facendo leva su ciò che hanno in comune tentano inizialmente uno scambio di battute che si intrecciano. Ma ben presto iniziano a disturbarsi e a mettersi a tacere a vicenda. Ogni volta che la tensione supera il limite tollerabile si scatena una baruffa, che -  come sempre avviene - deforma ed esaspera elementi del passato e anticipa elementi del futuro. Tre volte il discorso viene ripreso, si tenta di ripartire ma ciò che è avvenuto lascia una traccia e rende il cammino sempre più accidentato, fra deragliamenti e rigidità, fino allo pseudo-dialogo finale, ormai fatalmente parallelo, nel quale le due voci sono destinate a elidersi a vicenda.

Dichotomy è stato selezionato al concorso “Aforismi” organizzato da Associazione “Ex_Novo” (Italia), edizione 2022.

 

41. Crystal Falls

Per Toy piano

Anno di composizione: 2021

Dedicato a: David Bohm

Durata: 1’

Il brano è stato scritto per partecipare alla Call “Fifteen Minutes of Fame” (organizzata da “Vox Novus”, New York), che prevedeva brani della durata di un minuto per Toy piano (37 tasti). Descrive il movimento dell’acqua prima sotto forma di una goccia che cade, poi di una cascatella che crea dei vortici; successivamente il tutto si gonfia e porta rapidamente a rivoli più consistenti e infine a vere e proprie caotiche cascate fino a quando, come suggeriscono sia il titolo sia il timbro dello strumento, il gelo trionfa e tutto si immobilizza.  

 

40b. Circulata melodia

Per coro misto

Testo: Dante Alighieri

Anno di composizione: 2021

Durata: 8’ ca.    

 

40. Circulata melodia

Per sestetto femminile o piccolo coro femminile

Testo: Dante Alighieri

Anno di composizione: 2021

Durata: 8’ ca.

La musica riveste un ruolo importante nella Commedia dantesca: nell’Inferno i rumori e le grida si presentano come una “anti-musica” sgraziata e casuale che ne evidenzia la distanza incommensurabile rispetto all’armonia celeste; nel Purgatorio la musica intraprende un cammino di purificazione simboleggiato da frequenti riferimenti ai canti liturgici, al gregoriano e alla tradizione monodica; l’approdo al Paradiso è l’ingresso di Dante nel mondo della allora nascente polifonia, della gioia all’interno di regole e di un ordine superiore. Nel Paradiso canto, danza e luce si intrecciano fino a tendere verso un’esperienza mistica che porterà al superamento della parola stessa e infine alla visione silenziosa di ciò che è ineffabile, a una perfezione che l’orecchio umano non può intendere. Il brano, scritto per celebrare il settimo centenario dantesco, utilizza nelle sue tre parti alcuni versi estrapolati dalle tre cantiche che fanno riferimento proprio al canto e alla musica, mentre l’atmosfera cerca di evocare in forma essenziale quella dell’immensa visione dantesca. Il titolo del brano rimanda a Pd. XXIII 109.

 

39. Yomi

Per hichiriki

Anno di composizione: 2021

Dedicato a Thomas Piercy

Durata: 1’

 Prima esecuzione: 18 settembre 2021, New York; hichiriki: Thomas Piercy

 VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=3vGtqJq9Tqk

VIDEO: www.youtube.com/watch?v=PvRCvw93J88

VIDEO Il brano è stato scritto per partecipare alla Call “Fifteen Minutes of Fame” (organizzata da “Vox Novus”, New York), che prevedeva brani della durata di un minuto per hichiriki solo (uno strumento a fiato ad ancia doppia usato nella musica tradizionale giapponese). “Yomi” è la parola giapponese per chiamare la terra dei morti: secondo la mitologia shintoista riportata in Kojiki (una prima cronaca di miti, leggende, canzoni), questo è il luogo oscuro dove i morti vanno a vivere, per sempre. Come a creare un ponte fra oriente e occidente la partitura si basa sulle note che compaiono nella parola “Ade” (il nome del regno delle anime nella mitologia greca e romana), ossia la-re-mi, e su una scala pentatonica giapponese chiamata “Yo” (sol-la-do-re-mi), e fa uso sia di alcuni tipici procedimenti della musica “gagaku” sia di alcune tecniche utilizzate negli strumenti a fiato contemporanei.  

 

38. The Shot of the Nightingale

Per baritono

Anno di composizione: 2021

Testo: John Keats

Dedicato a Andrew White

Durata: 1’

 Prima esecuzione: University of Nebraska at Kearney, UNK Department of Music, Theatre and Dance, 30 ottobre 2021; voce: Andrew White.

 VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=3vGtqJq9Tqk&t=57s

Il brano, scritto per partecipare alla Call “Fifteen Minutes of Fame” (organizzata da “Vox Novus”, New York), che prevedeva brani della durata di un minuto per baritono solo, utilizza come testo i primi quattro versi di The Song of the Nightingale di Keats. Il titolo gioca fra “song”, anche in omaggio al titolo del brano di Stravinsky, e “shot” inteso come “last shot”, ultimo bicchierino (in questo caso di veleno, come suggerito dal testo) ma anche sparo e quindi morte del povero usignolo/poeta, nonché dell'interprete/personaggio che è qui chiamato a una piccola teatralizzazione prevista in partitura.

 

37. Post-It

Per saxofono tenore

Anno di composizione: 2021

Dedicato a Andrew (Drew) Hosler

Durata: 4’    

 Prima esecuzione: "International Conference on Saxophone Pedagogy and Performance", University of California School of Music, 25 febbraio 2022; Tenor sax: Drew Hosler

 VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=UTFcLUcYsJ0&t=8s

Il brano, come suggerisce il titolo, vuole essere un breve momento solistico nel quale lo strumento sviluppa un proprio discorso con concisione ma anche una sua completezza, proponendo allo stesso momento situazioni diverse che potrebbero essere ciascuna il germe di futuri sviluppi. È un breve ma eccitante viaggio a partire da uno spunto di tre note che viene incessantemente elaborato sia facendo ricorso a un ampio vocabolario esecutivo (slap, tremoli di diteggiatura, frullati, glissando, multifonici etc.) sia proponendo un percorso coeso e dotato di un suo sviluppo melodico.

 

36. Invocazione al deserto

Per corno naturale in Fa

Anno di composizione: 2021

Dedicato a Natalino Ricciardo

Durata: 8’    

 Edizioni Sconfinarte, Milano 2023 (???????????????????????)

 Prima esecuzione: Salotto in Prova, Milano, 19 marzo 2023; corno: Natalino Ricciardo

 VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=ifcz0cBKUY0

 Contenuto nel CD Horn Memories (EMA Vinci 2022)

Il suono del corno (nelle sue varie accezioni: a macchina, naturale, delle alpi...) e il meccanismo teorico-pratico che sta dietro alla sua prassi esecutiva mi affascinano da sempre. "Invocazione al deserto" nasce da questo interesse e dal rapporto con l'ottimo Natalino Ricciardo con il quale ho spesso discusso la necessità di portare maggiormente lo strumento naturale all'attenzione della musica contemporanea. Si tratta di un pezzo piuttosto ampio e dal carattere evocativo che integra l'utilizzo di forme tradizionali (la fanfara, la caccia...) e tecniche innovative (glissando di vario tipo, rumori...), giocando qua e là con minime citazioni testuali (Mahler, Wagner) che diventano materiale sottoposto a propagazione e mutazione. Alla base di tutto il brano sta la caratteristica principale dello strumento, ossia la presenza di suoni che possono essere eseguiti solo aperti o solo chiusi i quali vengono considerati come due mondi contrapposti che a tratti si combattono e a tratti tentano di compenetrarsi.

 

35. Fra le sabbie del tempo

Per ukulele (Low G)

Anno di composizione: 2021

Dedicato a Fabio Saba

Durata: 7’30’’    

 VIDEO: https://youtu.be/jls5Vygu_yc

Nel 2020 Fabio Saba ha deciso di arricchire il ridottissimo repertorio contemporaneo per ukulele e quindi di chiedere ad alcuni compositori italiani la creazione di opere originali che tenessero ovviamente conto delle particolarità dello strumento ma allo stesso tempo uscissero dal consueto uso idiomatico, folk, o dal mondo delle forme classiche e della trascrizione (lasciando comunque ampia libertà stilistica). Ho molto volentieri accettato questa sfida, da sempre attratto dagli strumenti insoliti o sottoutilizzati e affascinato dalla prospettiva di contribuire alla nascita di un repertorio nuovo. Ne è nato Fra le sabbie del tempo, per ukulele con accordatura “Low G”, che cerca di sfruttare risorse tecniche e sonore caratteristiche dello strumento nonché un vocabolario vicino alle esperienze musicali novecentesche, assecondando un certo gusto dell'interprete/dedicatario per le musiche meditative (simboleggiate dal ricorrente “rintocco” che talvolta si fa asimmetrico, essendo peraltro il tempo e gli orologi una delle mie ossessioni) e facendolo reagire con alcune rielaborazioni del materiale che assumono l'aspetto di intemperanze, scatti, apparenti deviazioni.

 

34. A Peal of Bells

Per campane tubolari

Anno di composizione: 2020

Durata: 9’  

 Prima esecuzione: 23 luglio 2021, Salotto in Prova (Milano); campane: Lorenzo D’Erasmo

 VIDEO: https://youtu.be/ybrnnpnrc7U

Il suono delle campane esercita da sempre su di me un fascino indescrivibile. Citazioni di melodie campanare, simulazioni di rintocchi e soprattutto rimandi alla loro particolare fisica acustica sono presenti in modo più o meno velato in molte mie composizioni. La nascita di A Peal of Bells, oltre ad assecondare il mio interesse per gli strumenti insoliti o sottoutilizzati, è una sorta di sublimazione e di condensazione di questo mio fascino. Nel brano si esplorano quasi tutte le sonorità che si possono ottenere sulle campane tubolari e da un solo esecutore con diversi battenti a disposizione (spesso infatti l'idea fondamentale per un brano mi viene dai “limiti” tecnici che lo strumento impone prima ancora che dalle sue caratteristiche idiomatiche). A partire da una citazione iniziale (il motivo che Puccini utilizza in Tosca per dare l'avvio al Te Deum; ma più avanti comparirà anche l'immancabile Dies Irae gregoriano e verranno evocati alcuni vocaboli della tradizione campanara ortodossa) si sviluppa un discorso armonicamente e melodicamente ricco e suggestivo.    

 

33. Messa "Dona nobis pacem"

· Kyrie

· Gloria

· Credo

· Sanctus/Benedictus

· Agnus Dei

Per soprano solo, coro misto e orchestra

Anno di composizione: 2019-2020

Durata: 35' ca.

La Messa Dona Nobis Pacem è nata come parte della mia tesi di Biennio in Composizione. La scelta di comporre una Messa è nata dalla volontà di misurarmi con una delle forme musicali maggiori e più variamente praticate, capace di esprimere alcuni miei interessi particolari (ad esempio la coralità) e di garantire un certo ventaglio di “situazioni” emotive (era mia intenzione, seppur in modo personale, rispettare la chiarezza e le intenzioni dei testi di riferimento) da tradurre in soluzioni espressive e tecniche. Tradizionalmente divisa nelle cinque parti dell’“Ordinarium Missae”, prevede in organico un soprano solo, doppio coro e orchestra con ampia sezione percussiva. L’orchestra e il coro (utilizzato, pur nel solco di una vocalità piuttosto tradizionale, in diversi modi: coro parlato, andamenti omoritmici, episodi polifonici…) vengono impiegati ora singolarmente, ora in reciproco accompagnamento, ora quasi in opposizione. Come detto l’opera esprime alcuni miei interessi particolari quali l’amore per la coralità e per le percussioni ma anche l’arte campanara: talvolta tutta la sezione percussiva, compresi l’arpa e il pianoforte, infatti, assume l'aspetto di un enorme set di campane. Questo ampio spettro espressivo è tenuto insieme da alcuni elementi ricorrenti e variamente utilizzati: il tritono, il cluster (tecnica che in questo brano viene indagata in maniera approfondita), il glissando, la presenza di una particolare nota di riferimento che fa da centro gravitazionale del tutto (non in senso strettamente tonale), un paio di tasselli melodici/armonici che si propagano in vario modo.  

 

32. Dona-toni

Per pianoforte

Anno di composizione: 2019

Durata: 3’  

Una piccola composizione per pianoforte che omaggia l’arte di Franco Donatoni inventando alcuni “codici” (basati sull’intervallo di tono) nello stile delle sue Françoise Variationen.    

 

31. Sole nero

Per orchestra d’archi

Anno di composizione: 2019

Durata: 9’  

Una impegnativa composizione per orchestra d’archi piuttosto tetra e a tratti spigolosa, che fin dal titolo vuole richiamare certe atmosfere nate da lettura che vanno da San Giovanni della Croce a Julia Kristeva. Gli strumenti vengono utilizzati ora come una massa compatta, ora (più frequentemente) come una brulicante serie di voci singole che concorrono a creare un clima talvolta rarefatto, talaltra saturo, con rari sprazzi di luce.  

 

30. Gravity

Per violoncello e contrabbasso

Anno di composizione: 2019

Dedicato a Camilla Patria e Tommaso Fiorini

Durata: 6’

 Da Vinci Publishing, Osaka 2020 

 Prima esecuzione: 4 agosto 2019, Sala Capitolare della Trappa (Sordevolo, BI), ), Camilla Patria vlc., Tommaso Fiorini, ctrb

 VIDEO: https://youtu.be/k3YWBSDObPQ

Il brano è stato commissionato dal “Duo Incontra” composto da Camilla Patria (violoncello) e Tommaso Fiorini (contrabbasso), ai quali è dedicato, in occasione della nascita di questo originale organico. Data la scarsità di repertorio originale, composto quasi esclusivamente da opere e trascrizioni del passato, mi è stato chiesto un brano per il concerto inaugurale della formazione e ho risposto con piacere dato il mio interesse sia per questi strumenti sia per gli organici insoliti. Ne è nato un brano che fa ricorso a diverse tecniche e ad alcune caratteristiche idiomatiche inconfondibili dei due strumenti, i quali procedono in un dialogo variamente modulato (dall’andamento di corale fino all’episodio quasi conflittuale) ma sempre serrato.  

 

29. Piccolo sogno congelato

Per flauto e pianoforte

Anno di composizione: 2019

Durata: 2’45’’

 Prima esecuzione: 24 maggio 2019, Salone del Conservatorio “G. Verdi” di Torino, fl. Lucia Zerbinati - pf. Giulia Balla

 Pubblicato in: BraPrad’Ac Vol.2. Brani per la prova d’esame di Pratica dell’Accompagnamento, Edizioni del Conservatorio statale “Giuseppe Verdi” di Torino, Torino 2019, pp.

Un semplice brano commissionato per la classe di “Pratica dell’accompagnamento” del Conservatorio di Torino. L’esame prevede che lo strumentista che studia uno strumento ad arco, a fiato o a percussione accompagni al pianoforte un suo compagno che suona il medesimo strumento (ad esempio in questo caso l’allievo flautista accompagnava con il pianoforte un altro flautista). Il brano, una melodia sognante ma tonalmente evanescente, deve dunque avere qualche motivo di interesse dal punto di vista dell’esecuzione pianistica, ma anche mettere alla prova la capacità di concertazione dei due esecutori.

 

28. Canzonetta di intonazione

Per oboe e pianoforte

Anno di composizione: 2019

Durata: 2’

 Prima esecuzione: 24 maggio 2019, Salone del Conservatorio “G. Verdi” di Torino, ob. Andrea Postiglione - pf. Jasmin Borrielli

 Pubblicato in: BraPrad’Ac Vol.2. Brani per la prova d’esame di Pratica dell’Accompagnamento, Edizioni del Conservatorio statale “Giuseppe Verdi” di Torino, Torino 2021, pp. 8-9

Un semplice brano commissionato per la classe di “Pratica dell’accompagnamento” del Conservatorio di Torino. L’esame prevede che lo strumentista che studia uno strumento ad arco, a fiato o a percussione accompagni al pianoforte un suo compagno che suona il medesimo strumento (ad esempio in questo caso l’allievo oboista accompagnava con il pianoforte un altro oboista). Il brano, una sorta di cantilena basata sulla nota “la” (l’intonazione!), deve dunque avere qualche motivo di interesse dal punto di vista dell’esecuzione pianistica, ma anche mettere alla prova la capacità di concertazione dei due esecutori.  

 

27. Elegia tascabile

Per violino e pianoforte

Anno di composizione: 2019

Durata: 2’15’’

 Pubblicato in: BraPrad’Ac Vol.2. Brani per la prova d’esame di Pratica dell’Accompagnamento, Edizioni del Conservatorio statale “Giuseppe Verdi” di Torino, Torino 2021 pp. 22-23

Un semplice brano commissionato per la classe di “Pratica dell’accompagnamento” del Conservatorio di Torino. L’esame prevede che lo strumentista che studia uno strumento ad arco, a fiato o a percussione accompagni al pianoforte un suo compagno che suona il medesimo strumento (ad esempio in questo caso l’allievo violinista accompagnava con il pianoforte un altro violinista). Il brano, una melodia piuttosto dolce e a tratti emotivamente accesa, deve dunque avere qualche motivo di interesse dal punto di vista dell’esecuzione pianistica, ma anche mettere alla prova la capacità di concertazione dei due esecutori.

 

26. Alba

Per orchestra da camera (2 flauti, oboe, clarinetto in sib, clarinetto basso, sax contralto, fagotto, corno in fa, tomba in do, 4 violini, viola, 2 violoncelli, contrabbasso, percussioni)

Anno di composizione: 2018

Durata: 4’30’’

Il brano è stato commissionato come esercitazione per il “Laboratorio orchestrale di musica contemporanea” del Conservatorio di Torino (da qui l’insolito organico). Doveva richiedere agli esecutori alcune tecniche non troppo consuete, ma doveva anche poter essere preparato in pochissime prove: ne è nato un brano strutturalmente semplice, nel quale però vengono attraversati diversi climi (dal più rarefatto al più tumultuoso) e tutti gli esecutori hanno almeno un momento di un certo impegno. Il titolo deriva da quello di una poesia di Samuel Beckett, che a sua volta cita l’omonimo genere provenzale nel quale si usava cantare la tristezza degli amanti costretti a separarsi alle prime luci del giorno. Gli ultimi versi della poesia, citata in epigrafe nella partitura, dicono: «there is no sun and no unveilling / and no host / only I and then the sheet / and bulk dead» («non ci sarà sole né svelamento / né alcuna moltitudine / soltanto io e quindi il foglio / e massa inerte»).  

 

25. A Step in the Wood

Per marimba e pianoforte

Anno di composizione: 2018

Durata: 2’

 VIDEO https://www.youtube.com/watch?v=VHvqgF6n7U4

 Prima esecuzione: 19 maggio 2018, Salone del Conservatorio “G. Verdi” di Torino, mar. Giulia Giovinazzo - pf. Marcello Repola

 Pubblicato in: BraPrad’Ac Vol.1. Brani per la prova d’esame di Pratica dell’Accompagnamento, Edizioni del Conservatorio statale “Giuseppe Verdi” di Torino, Torino 2019, pp. 26-27 

Un semplice brano commissionato per la classe di “Pratica dell’accompagnamento” del Conservatorio di Torino. L’esame prevede che lo strumentista che studia uno strumento ad arco, a fiato o a percussione accompagni al pianoforte un suo compagno che suona il medesimo strumento (ad esempio in questo caso l’allievo percussionista accompagnava con il pianoforte un altro percussionista). Il brano, basato su una cellula che dà origine a tutto il brano secondo alcuni calcoli aritmetici, deve dunque avere qualche motivo di interesse dal punto di vista dell’esecuzione pianistica, ma anche mettere alla prova la capacità di concertazione dei due esecutori.  

 

24. De profundis

Per coro SSAATTBB

Anno di composizione: 2018

Durata: 5’

Il brano attraversa il testo del De profundis cantato con varie tecniche (coro parlato intonato e no, frammenti ritmicamente liberi, glissando, cluster sempre più larghi) e con un andamento tendenzialmente omoritmico spesso però corrotto, sbriciolato. Se ne ricava una sensazione di grande raccoglimento ma anche di una certa tensione, e non mancano momenti in cui la preghiera si fa grido verso il cielo silenzioso.  

 

23. Concordia Discors (Piccolo dialogo a tre dal Bicinium Duodecimo Modo di Gioseffo Zarlino)

Per flauto, clarinetto e pianoforte

Anno di composizione: 2017

Durata: 3’30’’

 Prima esecuzione: 24 novembre 2017, Salone del Conservatorio “G. Verdi” di Torino, fl. Federico Carriere - cl. Letizia Ughetto Monfrin - pf. Bianca Martinazzo

 AUDIO: https://www.youtube.com/watch?v=TwUv36TsBak

Il brano è stato commissionato in occasione del concerto a margine del convegno su Zarlino tenuto al Conservatorio di Torino per il cinquecentesimo anniversario della nascita del teorico veneziano. Ad ogni partecipante è stato assegnato uno dei Bicinia (a me quello sul Duodecimo modo) sul quale lavorare liberamente. Ho scelto di ricavare dall’originale una tabella numerica di intervalli verticali che sarebbero poi diventati orizzontali e avrebbero scandito il percorso dei due strumenti a fiato. Il brano prevede che il dialogo fra i due fiati sia ora pacifico, ora concitato, ora divergente o riappacificato mentre il pianoforte si inserisce nella discussione rielaborando i materiali esposti e rileggendoli di volta in volta secondo diversi criteri.  

 

22. Octopus

Per flauto, oboe, clarinetto, corno e fagotto

Anno di composizione: 2017

Durata: 6’

 Da Vinci Publishing, Osaka 2019  

Il brano vuole utilizzare uno degli organici classici per eccellenza, il quintetto di fiati, per dare vita a una musica di ricerca ma melodicamente e ritmicamente piacevole e spontanea, sebbene originata da un trattamento dei materiali per una volta rigidissimo e quasi maniacale, improntato a procedimenti numerici (a partire da una scala ottotonica, da cui il titolo) e un modo innovativo di gestire il materiale in maniera seriale (in combinazione con alcuni procedimenti derivati dalla linguistica, come il lipogramma). Ciò che si vuole ottenere è un brano che in qualche modo nasconda questa rigidissima costruzione e restituisca un andamento quasi di danza nella prima e terza parte, intervallate da un momento più meditativo.  

 

21. Piemonte (marcia)

Per banda

Anno di composizione: 2015

Dedicato a Massimo Folli

Durata: 3’

 Edizioni Studiomusicalicata, Noto (SR) 2016  

Si tratta di una marcia per banda, allegra e di impianto tonale, basata su temi piemontesi e sul celebre canto risorgimentale Addio mia bella, scritta su richiesta di alcuni amici direttori per implementare il repertorio.  

 

20. L’inutile strage

· Partenza

· Desolazione

· Carne da cannone

Per orchestra a fiato

Anno di composizione: 2014-2015

Durata: 16’

 Prima esecuzione: 4 novembre 2015, Teatro Sociale (Biella), Banda Musicale "G. Verdi-Città di Biella", dir. Massimo Folli

 VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=WfdIRUR3z80

 Edizioni Eufonia, Pisogne (BG) 2018  

Questo impegnativo brano per banda sinfonica, che deriva il titolo da una espressione di Papa Benedetto XV, è stato composto in occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale. Dopo aver approfondito la storia dell’evento, ed aver immaginato l’esperienza di partenze verso destinazioni mai sentite nominare e senza capirne il motivo, della separazione dai propri cari, della fame, del freddo, dell’attesa, dell’orrore e della sofferenza quotidiana, ho voluto reinterpretare alcuni celebri canti dell’epoca convinto che, al di là di discutibili trionfalismi fuori luogo (e rifiutando l’opportunismo con il quale spesso gli eventi storici vengono strumentalizzati), la musica potrebbe, o dovrebbe, contribuire a ricordare tutto questo in maniera più rispondente al vero. Il brano è diviso in tre movimenti. Il primo, intitolato Partenza, è basato sui temi di Sul cappelloTa-pum e La leggenda del Piave e vuole descrivere la chiama alle armi, il saluto ai propri cari (rappresentato dalla comparsa del canto risorgimentale Addio mia bella) e l’angoscia di fronte a tanto improvviso orrore. Il secondo, intitolato Desolazione, più ricercato a livello armonico e di strumentazione, è basato sui temi di Sul ponte di Bassano, La Valsugana Il testamento del capitano, e vuole rappresentare la vita in trincea fatta di lunghe attese, tristezza, speranze e delusioni, tra la ripetitività dei gesti, lo smarrimento e la ricerca di un senso. Il terzo movimento, intitolato Carne da cannone, utilizza i temi di Maledetto sia Cadorna, Quel mazzolin di fiori, Addio mia bella Il soldato fucilato, nonché frammenti di altri canti dell’epoca in un vortice di situazioni sempre più violento, e descrive la furia della battaglia, gli slanci, lo strazio e la morte, nel momento in cui la guerra si rivela un massacro senza speranza.  

 

19. Piedmont Suite

· Passacaglia

· Tra valli e monti

· Marcia alpina

Per orchestra a fiato

Anno di composizione: 2014

Durata: 11’

 Prima esecuzione: 18 marzo 2015, Teatro Sociale (Biella), Banda Musicale "G. Verdi-Città di Biella", dir. Massimo Folli

Una suite per banda sinfonica su larga scala, basata su temi popolari piemontesi. Il primo movimento si intitola Passacaglia: il tema utilizzato è quello di La Monferrina, che si ripete sostanzialmente immutabile prima al basso e poi nei registri medi e acuti, mentre tutto attorno il paesaggio muta in un clima di variazione continua. Il secondo movimento si intitola Tra valli e monti: utilizza il tema popolare Lussia Maria trasformato in una musica calma e solenne, interrotta da un breve episodio sognante e sospeso nel tempo in cui viene utilizzato un antico canto popolare intitolato La Girometta, seguito poi dalla ripresa della prima parte con una diversa armonizzazione. Il terzo movimento si intitola Marcia alpina: una marcia allegra e vigorosa che utilizza inizialmente il tema di Spunta ‘l sol, poi nella sua parte più lirica quello di Alle porte di Torino (sul quale ad un certo punto si innesta, all’acuto, un’altra celebre melodia intitolata La pastora fedele, conosciuta anche come La bergera); si ritorna poi al primo tema leggermente variato, segue un Ponte che cita la melodia Lassela pa pi scapè il quale porta al Trio che utilizza il tema di Addio mia bella; si chiude con la ripresa della prima parte, che conduce a un finale esplosivo.   

 

18. Fiabe messicane (musiche di scena su testi di Luigi Dal Cin tratti da fiabe popolari messicane)

Orchestra a plettro e percussioni

Anno di composizione: 2013  

 

17. Resta ancora qui con me

Voci bianche (2 v.) e pianoforte

Anno di composizione: 2013

Durata: 3’30’’  

 

16. Canzoncina del raffreddore

Voci bianche (unisono) e pianoforte

Anno di composizione: 2013

Durata: 3’  

 

15. Aforismi

Per flauto

Anno di composizione: 2013

Durata:  

 

14. Il canto della montagna

Per corno in Fa

Anno di composizione: 2013

Durata: 4’   

 

13. Berceuse satie-rique

Per pianoforte

Anno di composizione: 2013

Dedicato a Erik Satie

Durata: 6’  

 

12. Per aspera ad astra

Per corno in Fa

Anno di composizione: 2013

Durata: 7’30’’  

 

11. Suoni notturni

Per flauto

Anno di composizione: 2012

Durata: 5’  

 

10. Laudate Dominum

Per coro SATB

Anno di composizione: 2011

Dedicato a Alessandro Ruo Rui

Durata: 3’

 Edizioni Musica Practica, Torino 2018    

 

9. Varianti di stupro (musiche di scena per l’omonimo testo teatrale di S.M.)

· Il lupo nel buio

· Una donna perbene

· Le carezze della voce

· Canto del sangue

· Le parole e la carne

· Filastrocca

Musica elettronica (voci, pianoforte, suoni elettronici)

Anno di composizione: 2011

Durata: 9’30’’ tot.

 Prima esecuzione: 28 gennaio 2012, teatro Erios (Vigliano Biellese)

 AUDIO Canto del Sangue (https://youtu.be/wt0vvo8-n2A)

 AUDIO Filastrocca (https://youtu.be/TexBuhDrL-k)

 

8. 4x4

Per marimba (quattro esecutori)

Anno di composizione: 2010

Durata: 3’  

 

7b. Cinque danze

· Habanera

· Polka

· Giga

· Tango

· Sirtaki

Per flauto e chitarra

Anno di composizione: 2010

Durata: 11’30’’

 Prima esecuzione parziale: 22 giugno 2013, Chiesa di San Sebastiano (Biella), chit. Fabio Ardino, fl. Gabriele Artuso  

 

7. Cinque danze

· Habanera

· Polka

· Giga

· Tango

· Sirtaki

Per mandolino e chitarra

Anno di composizione: 2010

Durata: 11’30’’  

 

6. Fanfare

Per tre trombe in sib

Anno di composizione: 2007-2010

Durata:   

 

5. Segnale

Per tromba in sib

Anno di composizione: 2010

Durata: 4’  

 

4. Celebration Fanfare

Per orchestra a fiato

Anno di composizione: 2009 (rev. 2012)

Dedicato a Massimo Folli

Durata: 7’

 Prima esecuzione: 8 dicembre 2010, Chiesa di San Biagio (Biella), Banda Musicale "G. Verdi-Città di Biella", dir. Massimo Folli  

 

3. Cinque pezzi

· Lamento

· Canzone

· Intermezzo

· Dialogo a distanza

· Attimo pietrificato

Per mandolino e chitarra

Anno di composizione: 2009

Durata: 17’  

 

2. Involution Mambo

Per due pianoforti

Anno di composizione: 2003

Durata: 4’  

 

1. Apoteosi di Silvia

· Preludio

· Notturno

· Aria

· Congedo

Per flauto e arpa

Anno di composizione: 2003

Dedicato a Silvia Maruca

Durata: 14’

 

 

TRASCRIZIONI

 

14. Miserere mei, Deus

Musica di Gregorio Allegri

Elaborazione per nonetto (quintetto di fiati e quartetto d’archi)

Anno: 2024

Durata: 8'

Nella prima parte (bb. 1-26) i due cori, rappresentati dal quintetto di fiati e dal quartetto d’archi, eseguono fedelmente la versione con il Do sovracuto oggi ben nota, rispondendosi come nell’originale. Dopo un intervento in stile gregoriano i due cori strumentali eseguono (bb. 29-51) una versione ricavata da quella che viene a volte chiamata “Scholarly Edition”, ossia l’edizione 1771 di Burney, nella quale ho in alcuni casi preferito adottare le ornamentazioni presenti nel manoscritto del 1840 “Miserere von Allegri (mit allen Verzierungen; so wie es in der Heiligen Messe zu Rom u der Capella Sistina gesungen wird)” proveniente da Dresda (fonte: Petrucci Music Library). Dopo un altro intervento in stile gregoriano viene eseguita (bb. 54-70) la cosiddetta “Unadorned Version”, ossia la più antica versione disponibile di questo brano (1638; Biblioteca Apostolica Vaticana, mss. 205 e 206) così come si doveva presentare in partitura all’epoca di Allegri, senza abbellimenti e nel suo nudo aspetto di “falso bordone”. Segue un altro intervento in stile gregoriano e viene infine (bb. 73-115) riproposta la versione iniziale ma, mentre un coro esegue la parte nota, l’altro commenta con alcune tracce un po’ fantasmatiche: prima gli archi sostengono i fiati con armonici, tremoli e pizzicati, poi mentre gli archi eseguono la parte originale i fiati lanciano frammenti derivati dalle ornamentazioni delle altre versioni. Per movimentare le ultime pagine (“Tunc imponent...”), quanto appena descritto viene interpolato con il finale della citata versione di Pietro Afieri (“Il Salmo Miserere posto in musica da Gregorio Allegri e da Tommaso Bai, pubblicato cogli abbellimenti per la prima volta”), che tenta un meccanismo antifonale più stretto (bb. 94-102), e  quello della versione ibrida oggi più nota, dalla quale il tutto è partito (bb. 110-115). Questo lavoro è un piccolo divertimento e non ha alcuna pretesa musicologica. Anche gli inserti in stile gregoriano sono stati da me scelti per semplici motivi di gusto (traendoli dalle varie edizioni), considerando che è sempre stato tradizione usarne di molti tipi, e talvolta prendere anche brani da fonti diverse. Intende solo essere uno dei miei molti lavori nati in omaggio ad autori o brani del passato che amo, nella convinzione che debba esserci un “dialogo attivo” con chi è venuto prima di noi.

 

13. Vorrei morir! (Ich wollte sterben!)

Musica di Stefano Gobatti

Elaborazione per soprano e vibrafono

Anno: 2022

Durata: 3'

 

12. Träumerei

Musica di Robert Schumann

Strumentazione per violoncello e contrabbasso

Anno: 2021

Durata:  

 

11. Microbartok

Musica di Béla Bartók (Mikrokosmos nn. 148, 109, 153)

Strumentazione per violoncello e contrabbasso

Anno: 2020

Durata:

 

10. Fische - Löwe – Skorpion, da: Tierkreis

Musica di Karlheinz Stockhausen

Orchestrazione per orchestra

Anno: 2019

Durata: 5’30’’ 

 

9. Entre cloches da: Sites auriculaires

Musica di Maurice Ravel

Orchestrazione per orchestra

Anno: 2018

Durata: 2’30’’   

 

8. Kyrie e Gloria (Gloria in excelsis, Laudamus te, Cum sancto Spiritu) da: Petite Messe Solennelle

Musica di Gioachino Rossini

Orchestrazione per coro SATB e banda

Anno: 2017

Durata: 7’ (Kyrie), 9’30’’ (Gloria)  

 

7. Ave Maria

Musica di Gioachino Rossini

Trascrizione per coro SATB e banda

Anno: 2017

Durata: 4’30’’  

 

6. Dal tuo stellato soglio

Musica di Gioachino Rossini

Trascrizione per banda

Anno: 2017

Durata: 4’30’’

 Edizioni Studiomusicalicata, Noto (SR) 2018  

 

5. English Dance

Musica di Percy Grainger

Trascrizione per orchestra a fiato e organo

Anno: 2016

Durata: 8’30’’  

 

4. Random Round

Musica di Percy Grainger

Orchestrazione per pianoforte e orchestra a fiato (più orchestra a plettro opzionale)

Anno: 2016

Durata: 6’  

 

3. My Love’s in Germanie

Musica di Percy Grainger

Orchestrazione per orchestra a fiato

Anno: 2016

Durata: 4’  

 

2. Quadri di una esposizione

Musiche di Modest P. Mussorgskij

Orchestrazione per Brass Band

Anno: 2015-2017

Durata: 30’ ca.

 Prima esecuzione parziale: 3 luglio 2015, Salone del Conservatorio “G. Verdi” di Torino, Brass Band del Conservatorio, dir. Lorenzo Della Fonte

  Seconda esecuzione Parziale (Primenade I, Il vecchio castello, Promenade II, Bydlo, Promenade IV, Catacombae, La grande porta di Kiev): 6 giugno 2024, Salone del Conservatorio “G. Verdi” di Torino, Brass Band del Conservatorio, dir. Lorenzo Della Fonte 

 Edizioni Mulph, Nepi (VT) 2018  

 

1. Quatre Petits morceaux montés à poire et tournés en tous sens

Musiche di Erik Satie

Orchestrazione e rielaborazione per orchestra a fiato

Anno di composizione: 2014-2015

Durata: 17’

 Prima esecuzione: 29 luglio 2016, Cortile dell’Episcopio di Ripatransone (AP), Giovanile Orchestra di Fiati di Ripatransone, dir. Lorenzo Della Fonte

 Edizioni Mulph, Nepi (VT) 2019

  

MUSICA "LEGGERA"

 

Vengono qui elencate solo le opere di musica “leggera” in cui S.M. viene accreditato, ossia non compaiono quelle alle quali ha collaborato in forma anonima o sotto pseudonimo.  

1.

Forever alone (Musica: Corrado Lentinello; testo: Sandro Montalto)

2012  

 

2.

Un angolo per noi (Musica: Corrado Lentinello; testo: Sandro Montalto)

2012  

 

3.

Svegliati (Musica: Valerio Bulzoni; testo: Sandro Montalto)

2013  

 

4.

Nero oblio (Musica: Valerio Bulzoni; testo: Sandro Montalto)

2020

 

MUSICOLOGIA

 

1.   Tombeau / Sequenza per Luciano Berio - «Poiein» (rivista telematica) (un estratto è comparso su «Il Segnale», Milano, XXII 65, giugno 2003, pp. 20 – 23)

2.   “Giochi” di Gyórgy Kurtág: sperimentazione e didattica pianistica - «Suono Sonda» 4, dicembre 2004, pp. 77 - 84

3.   Recensione a Spartito perso. Giochi di animazione con le musiche del Novecento di Daniele Vineis - «Musicheria» (rivista telematica [2006])

4.   L’orgoglio di dire “banda” – «Risveglio musicale»  n. 4, luglio-agosto 2014, pp. 10-12

5.   Recensione a Universi sonori di Anna Laura Longo e Federica Nardacci - «Diwali Rivista Contaminata», 2 aprile 2016 (rivista telematica)

6.   William Schuman, “George Washington Bridge” [analisi] - «Risveglio musicale»  n. 4, luglio-agosto 2016, pp. 6-10

7.   [autocommento su] L’inutile strage. Fantasia su canti della Prima Guerra Mondiale - «Risveglio musicale»  n. 4, luglio-agosto 2018, pp. 8-12

8.   Percy Aldridge Grainger e le “free music machines” - «Cortocircuito» anno IX, n. 14-15, ottobre 2018, pp. 117-132  

9.   Leonardo da Vinci: il Genio e la musica - «la Biblioteca di via Senato», anno XI n. 9, settembre 2019, pp. 21-28; poi in: «Risveglio Musicale» anno XXXVIII n. 5, settembre-ottobre 2019, pp. 8-15 

10.   Libretto per il CD Horn Memories di Natalino Ricciardo, EMA Vinci, 2022

11.   Libretto per il CD Intermezzo di Natalino Ricciardo e Lidia Parazzoli, EMA Vinci, 2023

 

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